Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/368

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vi era un Giove, cosa rara, che fu poi dai Farnesi mandato al re Francesco di Francia, con molte altre statue bellissime. Oltre alle quali nicchie ha la detta loggia lavorata di stucchi e di tutte dipinte le parieti e le volte con molte grottesche di mano di Giovanni da Udine. In testa di questa loggia fece Giulio in fresco un Polifemo grandissimo con infinito numero di fanciulli e satirini che gli giuocano intorno. Di che riportò Giulio molta lode, sì come fece ancora di tutte l’opere e disegni che [fece] per quel luogo, il quale adornò di peschiere, pavimenti, fontane rustiche, boschi et altre cose simili, tutte bellissime e fatte con bell’ordine e giudizio. Ben è vero che sopravenendo la morte di Leone, non fu per allora altrimenti seguitata quest’opera; perché creato nuovo pontefice Adriano, e tornatosene il cardinal de’ Medici a Fiorenza, restarono indietro, insieme con questa, tutte l’opere publiche cominciate dal suo antecessore. Giulio, intanto, e Giovanfrancesco diedero fine a molte cose di Raffaello ch’erano rimaste imperfette, e s’apparecchiavano a mettere in opera parte de’ cartoni, che egli avea fatto per le pitture della sala grande del palazzo, nella quale aveva Raffaello cominciato a dipignere quattro storie de’ fatti di Gostantino imperatore, et aveva, quando morì, coperta una facciata di mistura per lavorarvi sopra a olio, quando s’avvidero Adriano, come quello che né di pitture o sculture, né d’altra cosa buona si dilettava, non si curare ch’ella si finisse altrimenti. Disperati adunque Giulio e Giovanfrancesco, et insieme con esso loro Perino del Vaga, Giovanni da Udine, Bastiano Viniziano e gli altri artefici eccellenti, furono poco meno (vivente Adriano) che per morirsi di fame. Ma come volle Dio, mentre che la corte avezza nelle grandezze di Leone era tutta sbigottita, e che tutti i migliori artefici andavano pensando dove ricoverarsi, vedendo niuna virtù essere più in pregio, morì Adriano e fu creato sommo pontefice Giulio cardinale de’ Medici, che fu chiamato Clemente Settimo: col quale risuscitarono in un giorno, insieme con l’altre virtù, tutte l’arti del disegno. E Giulio e Giovanfrancesco si misero subito d’ordine del Papa a finire tutti lieti la detta sala di Gostantino, e gettarono per terra tutta la facciata coperta di mistura per dovere essere lavorata a olio; lasciando però nel suo essere due figure, ch’eglino avevano prima dipinte a olio, che sono per ornamento intorno a certi papi: e ciò furono una Iustizia et un’altra figura simile. Era il partimento di questa sala, perché era bassa, stato con molto giudizio disegnato da Raffaello, il quale aveva messo ne’ canti di quella, sopra tutte le porte, alcune nicchie grandi, con ornamento di certi putti che tenevano diverse imprese di Leone, gigli, diamanti, penne et altre imprese di casa Medici. E dentro alle nicchie sedevano alcuni papi in pontificale con un’ombra per ciascuno dentro alla nicchia. Et intorno ai detti papi erano alcuni putti a uso d’Angioletti, che tenevano libri et altre cose a proposito in mano. E ciascun papa aveva dalle bande due virtù, che lo mettevano in mezzo, secondo che più aveva meritato; e come Pietro apostolo aveva da un lato la Religione, dall’altro la Carità o vero Pietà, così tutti gli altri avevano altre simili virtù, et i detti papi erano Damaso Primo, Alessandro Primo, Leon Terzo, Gregorio, Salvestro et alcuni