Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/383

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aderenti suoi dicevano che le pitture di lui erano, secondo l’ordine della pittura, più che quelle di Michelagnolo, vaghe di colorito, belle d’invenzioni e d’arie più vezzose e di corrispondente disegno, e che quelle del Buonarroti non avevano dal disegno in fuori niuna di queste parti. E per queste cagioni giudicavano questi cotali Raffaello essere nella pittura, se non più eccellente di lui, almeno pari, ma nel colorito volevano che ad ogni modo lo passasse. Questi umori, seminati per molti artefici che più aderivano alla grazia di Raffaello che alla profondità di Michelagnolo, erano divenuti, per diversi interessi, più favorevoli nel giudizio a Raffaello che a Michelagnolo. Ma non già era de’ seguaci di costoro Sebastiano perché, essendo di squisito giudizio, conosceva a punto il valore di ciascuno. Destatosi dunque l’animo di Michelagnolo verso Sebastiano, perché molto gli piaceva il colorito e la grazia di lui, lo prese in protezzione, pensando che se egli usasse l’aiuto del disegno in Sebastiano, si potrebbe con questo mezzo, senza che egli operasse, battere coloro che avevano sì fatta openione, et egli sotto ombra di terzo giudicare quale di loro fusse meglio. Stando le cose in questi termini et essendo molto, anzi in infinito, inalzate e lodate alcune cose che fece Sebastiano, per le lodi che a quelle dava Michelagnolo, oltre che erano per sé belle e lodevoli, un messer non so chi da Viterbo, molto riputato appresso al Papa, fece fare a Sebastiano, per una cappella che aveva fatta fare in San Francesco di Viterbo, un Cristo morto con una Nostra Donna che lo piagne. Ma perché, se bene fu con molta diligenza finito da Sebastiano che vi fece un paese tenebroso molto lodato, l’invenzione però et il cartone fu di Michelagnolo, fu quell’opera tenuta da chiunque la vide veramente bellissima. Onde acquistò Sebastiano grandissimo credito e confermò il dire di coloro che lo favorivano. Per che, avendo Pierfrancesco Borgherini, mercante fiorentino, preso una cappella in San Piero in Montorio entrando in chiesa a man ritta, ella fu col favor di Michelagnolo allogata a Sebastiano, perché il Borgherino pensò, come fu vero, che Michelagnolo dovesse far egli il disegno di tutta l’opera. Messovi dunque mano, la condusse con tanta diligenza e studio Sebastiano, ch’ella fu tenuta et è bellissima pittura. E perché dal piccolo disegno di Michelagnolo ne fece per suo commodo alcun’altri maggiori, uno fra gl’altri che ne fece molto bello è di man sua nel nostro libro, e perché si credeva Sebastiano avere trovato il modo di colorire a olio in muro, acconciò l’arricciato di questa cappella con una incrostatura, che a ciò gli parve dovere essere a proposito, e quella parte dove Cristo è battuto alla colonna tutta lavorò a olio nel muro. Né tacerò che molti credono Michelagnolo avere non solo fatto il picciol disegno di quest’opera, ma che il Cristo detto, che è battuto alla colonna, fusse contornato da lui, per essere grandissima differenza fra la bontà di questa e quella dell’altre figure. E quando Sebastiano non avesse fatto altra opera che questa, per lei sola meriterebbe esser lodato in eterno. Perché oltre alle teste, che son molto ben fatte, sono in questo lavoro alcune mani e piedi bellissimi. Et ancora che la sua maniera fusse un poco dura, per la fatica che durava nelle cose che contrafaceva, egli si può non di meno fra i buoni e lodati artefici annoverare. Fece sopra questa storia in fresco due Profeti, e nella volta la Trasfigurazione; et i due Santi, cioè San Piero e San Francesco, che mettono in mezzo la storia di sotto, sono vivissime e pronte figure.