Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/394

Da Wikisource.

la concorrenza e per far prova et acquisto di sé, non vi andò molti mesi che egli fu, fra tutti coloro che ci lavoravano, tenuto il primo, e di disegno e di colorito, anzi il migliore et il più vago e pulito, e quegli che con più leggiadra e bella maniera conducesse grottesche e figure, come ne rendono testimonio e chiara fede le grottesche et i festoni e le storie di sua mano che in quell’opera sono, le quali, oltre l’avanzar le altre, son dai disegni e schizzi che faceva lor Raffaello condotte le sue molto meglio et osservate molto, come si può vedere in una parte di quelle storie nel mezzo della detta loggia nelle volte, dove sono figurati gli Ebrei quando passano il Giordano con l’arca santa e quando, girando le mura di Gerico, quelle rovinano, e le altre che seguono dopo, come quando combattendo Iosuè con quegli Amorrei fa fermar il sole. E finte di bronzo sono nel basamento le migliore similmente quelle di mano di Perino, cioè quando Abraam sacrifica il figliuolo, Iacob fa alla lotta con l’Angelo, Iosef che raccoglie i dodici fratelli, et il fuoco che, scendendo dal cielo, abbrucia i figliuoli di Levi, e molte altre che non fa mestiero, per la moltitudine loro, nominarle, che si conoscono infra le altre. Fece ancora nel principio dove si entra nella loggia, del Testamento Nuovo, la natività e battesimo di Cristo e la cena degli Apostoli con Cristo, che sono bellissime; senzaché sotto le finestre sono, come si è detto, le migliori storie colorite di bronzo che siano in tutta quell’opera. Le quali cose fanno stupire ognuno, e per le pitture e per molti stucchi che egli vi lavorò di sua mano; oltraché il colorito suo è molto più vago e meglio finito che tutti gli altri. La quale opera fu cagione che egli divenne oltre ogni credenza famoso, né per ciò cotali lode furono cagione di addormentarlo, anzi, perché la virtù lodata cresce, di accenderlo a maggior studio, e quasi certissimo seguitandola di dover còrre que’ frutti e quegli onori ch’egli vedeva tutto il giorno in Raffaello da Urbino et in Michelagnolo Buonarroti. Et in tanto più lo faceva volentieri, quanto da Giovanni da Udine e da Raffaello vedeva esser tenuto conto di lui et essere adoperato in cose importanti. Usò sempre una sommessione et un’obedienza certo grandissima verso Raffaello, osservandolo di maniera, che da esso Raffaello era amato come proprio figliuolo. Fecesi in questo tempo, per ordine di papa Leone, la volta della sala de’ Pontefici, che è quella per la quale si entra in sulle logge a le stanze di papa Alessandro Sesto dipinte già dal Pinturicchio, onde quella volta fu dipinta da Giovan da Udine e da Perino. Et in compagnia feciono e gli stucchi e tutti quegli ornamenti e grottesche et animali che vi si veggono, oltra le belle e varie invenzioni che da essi furono fatte nello spartimento, avendo diviso quella in certi tondi et ovati per sette pianeti del cielo, tirati dai loro animali, come Giove dall’aquile, Venere dalle colombe, la Luna dalle femmine, Marte dai lupi, Mercurio da’ galli, il Sole da’ cavalli e Saturno da’ serpenti, oltre i dodici segni del zodiaco et alcune figure delle settantadue imagini del cielo, come l’Orsa maggiore, la Canicola e molte altre che, per la lunghezza loro, le taceremo senza raccontarle per ordine, potendosi l’opera vedere, le quali tutte figure sono per la maggior parte di mano di Perino. Nel mezzo della volta è un tondo con quattro figure finte per vittorie, che tengono il regno del papa e le chiavi, scortando