Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/66

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fatto quello animale e contraffatto e brutto, non penso che in quel genere si possa veder meglio, mostrando il veleno per gli occhi, il fuoco e la morte, in uno aspetto veramente pauroso. E certamente che simil cose non credo che nessuno le facesse meglio di lui né le imaginasse a gran pezzo, come ne può render testimonio un mostro marino, che egli fece e donò al Magnifico Giuliano de Medici, che per la deformità sua è tanto stravagante, bizzarro e fantastico, che pare impossibile che la natura usasse e tanta deformità e tanta stranezza nelle cose sue. Questo mostro è oggi ne la guardaroba del Duca Cosimo de’ Medici; così come è anco pur di mano di Piero un libro d’animali de la medesima sorte, bellissimi e bizzarri, tratteggiati di penna diligentissimamente e con una pazienza inestimabile condotti. Il quale libro gli fu donato da Messer Cosimo Bartoli proposto di S. Giovanni, mio amicissimo e di tutti i nostri artefici, come quello che sempre si è dilettato et ancora si diletta di tale mestiero. Fece parimente in casa di Francesco del Pugliese intorno a una camera diverse storie di figure piccole, né si può esprimere la diversità de le cose fantastiche che egli in tutte quelle si dilettò dipignere, e di casamenti e d’animali e di abiti e strumenti diversi, et altre fantasie che gli sovennono per essere storie di favole. Queste istorie doppo la morte di Francesco del Pugliese e de’ figliuoli sono state levate né so ove sieno capitate. E così un quadro di Marte e Venere con i suoi amori e Vulcano, fatto con una grande arte e con una pazienza incredibile. Dipinse Piero per Filippo Strozzi vecchio, un quadro di figure piccole, quando Perseo libera Andromeda dal mostro, che v’è dentro certe cose bellissime. Il qual è oggi in casa il signor Sforza Almeni primo cameriere del duca Cosimo, donatogli da Messer Giovanni Batista di Lorenzo Strozzi conoscendo quanto quel signore si diletti della pittura e scoltura, et egli ne tien conto grande perché non fece mai Piero la più vaga pittura né la meglio finita di questa, atteso che non è possibile veder la più bizzarra orca marina né la più capricciosa di quella che si immaginò di dipignere Piero con la più fiera attitudine di Perseo, che in aria la percuote con la spada; quivi fra ’l timore e la speranza si vede legata Andromeda, di volto bellissima, e qua inanzi molte genti con diversi abiti strani sonando e cantando, ove sono certe teste che ridano e si rallegrano di vedere liberata Andromeda, che sono divine; il paese è bellissimo et un colorito dolce e grazioso, e quanto si può unire e sfumare colori, condusse questa opera con estrema diligenza. Dipinse ancora un quadro dove una Venere ignuda con un Marte parimente, che spogliato nudo dorme sopra un prato pien di fiori, et attorno son diversi amori, che chi in qua chi in là traportano la celata, i bracciali e l’altre arme di Marte; èvvi un bosco di mirto, et un Cupido che ha paura d’un coniglio; così vi sono le colombe di Venere e l’altre cose di amore. Questo quadro è in Fiorenza in casa Giorgio Vasari tenuto in memoria sua da lui perché sempre gli piacquero i capricci di questo maestro. Era molto amico di Piero lo spedalingo de li Innocenti, e volendo far fare una tavola, che andava all’entrata di chiesa a man manca alla cappella del Pugliese, la allogò a Piero, il qual con suo agio la condusse al fine, ma prima fece disperare lo spedalingo; che non ci fu mai ordine che la vedesse se non finita, e quanto ciò gli paresse strano, e