Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/81

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E così se ne tornò a Fiorenza, dove era stato morso più volte che non sapeva fare gli ignudi. Volse egli dunque mettersi a pruova e con fatiche mostrare ch’era attissimo ad ogni eccellente lavoro di quella arte, come alcuno altro. Laonde per prova fece in un quadro, un San Sebastiano ignudo con colorito molto alla carne simile, di dolce aria e di corrispondente bellezza alla persona parimente finito, dove infinite lode acquistò appresso agli artefici. Dicesi che, stando in chiesa per mostra questa figura, avevano trovato i frati nelle confessioni, donne che nel guardarlo avevano peccato per la leggiadria e lasciva imitazione del vivo, datagli dalla virtù di fra’ Bartolomeo; per il che levatolo di chiesa, lo misero nel capitolo, dove non dimorò molto tempo che, da Giovan Batista della Palla comprato, fu mandato al re di Francia. Aveva preso collera fra’ Bartolomeo con i legnaioli che gli facevano alle tavole e quadri gli ornamenti i quali avevan per costume come hanno anche oggi di coprire con i battitoi delle cornici sempre uno ottavo delle figure, là dove fra’ Bartolomeo deliberò di trovare una invenzione di non fare alle tavole ornamenti et a questo San Bastiano fece fare la tavola in mezzo tondo e vi tirò una nicchia in prospettiva che par di rilievo incavata nella tavola; e così, con le cornici dipinte a torno, fece ornamento a la figura di mezzo; et il medesimo fece al nostro San Vincenzio et al San Marco che si dirà di sotto al San Vincenzio. Fece sopra l’arco d’una porta per andare in sagrestia in legno a olio un San Vincenzio dell’ordine loro che figurando quello predicar del giudizio si vede negli atti e nella testa particularmente quel terrore e quella fierezza, che sogliono essere nelle teste de’ predicanti quando più s’affaticano con le minacce de la giustizia di Dio di ridurre gli uomini, ostinati nel peccato, a la vita perfetta; di maniera che non dipinta, ma vera e viva apparisce questa figura a chi la considera attentamente, con sì gran rilievo è condotto; et è peccato che si guasta e crepa tutta, per esser lavorata in su la colla fresca i color freschi, come dissi dell’opere di Piero Perugino, nelli Ingesuati. Vennegli capriccio, per mostrare che sapeva fare le figure grandi, sendogli stato detto che aveva maniera minuta, di porre ne la faccia, dove è la porta del coro, il San Marco Evangelista, figura di braccia cinque in tavola condotta con bonissimo disegno e grande eccellenzia. Tornato poi da Napoli Salvador Billi, mercatante fiorentino, inteso la fama di fra’ Bartolomeo e visto l’opere sue, li fece fare una tavola, dentrovi Cristo Salvatore, alludendo al nome suo, et i quattro Evangelisti che lo circondano, dove sono ancora due putti a’ piè che tengono la palla del mondo, i quali di tenera e fresca carne benissimo sono condotti come l’altra opera tutta; sonvi ancora due profeti molto lodati. Questa tavola è posta nella Nunziata di Fiorenza sotto l’organo grande, che così volle Salvadore; et è cosa molto bella e dal frate con grande amore e con gran bontà finita, la quale ha intorno l’ornamento di marmi, tutto intagliato per le mani di Piero Rossegli. Dopo, avendo egli bisogno di pigliare aria, il priore allora amico suo lo mandò fuora ad un lor monasterio, nel quale, mentre che egli stette, accompagnò ultimamente per l’anima e per la casa l’operazione de le mani alla contemplazion de la morte. E fece a San Martino in Lucca una tavola dove a’ piè d’una Nostra Donna è uno agnoletto, che suona un liuto, insieme con Santo Stefano e San Giovanni, con bonissimo disegno e