Pagina:Vasco - Della moneta, 1788.djvu/31

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no. Ma questa sembra una cura inutilissima, fondata sopra un vano timore. Le monete straniere non si vogliono prendere da alcuno, prima che sappiasi correntemente nella Piazza il loro valore giusto, relativamente alle altre monete conosciute. Gli orefici le saggiano, i negozianti le accettano con piena cognizione di causa, e allora cominciano ad avere un corso nella piazza, sul principio minore del giusto, quindi eguale; e questo corso è soggetto naturalmente alla variabilità ed incostanza, cui soggiacciono i valori delle monete tutte e di tutti i generi, come ho detto di sopra. Non ho avuto in considerazione i piccioli danni d’alcuni privati, che prima ch’una moneta abbia acquistato dalla pubblica estimazione un determinato valore, possono soggiacere ed essere talvolta pregiudicati nell’uso della medesima. Quelle minute considerazioni non possono mai entrare nei piani di pubblica Economia.

Fingiamo ora che per garantire i Sudditi da ogni pregiudizio, voglia dare il Principe alle monete proprie ed alle straniere un valore numerario corrispondente al reale. Ciò far non potrà se non dopo avere calcolato diligentemente, non solo i reciproci valori dei metalli, tanto semplici quanto composti, mai quei valori ancora, che certe mo-


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