Pagina:Vasco - Della moneta, 1788.djvu/81

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tato indifferentemente la fusione delle monete, hanno tentato di privare la moneta del suo valore principale, rendendola inetta agli usi fabrili, come abbiamo osservato di sopra. Ma la natura stessa della moneta, che ripugna a tal giogo, ha sempre rese vane tutte queste leggi e sempre sono state liquefatte le monete dagli artisti. Dovendosi adunque considerare moltissimo nella moneta il valor del metallo, ci resta a vedere quali monete sotto quello aspetto siano preferibili, le fine o le basse. Confrontiamo il valore d’un marco d’argento fino col valore d’un pezzo di metallo composto d’un marco d’argento, e mezz’oncia di lega. L’artista credo che preferirà il marco d’argento puro alla composizione, quantunque anche in questa si trovi un marco intiero d’argento. La ragione si è, perchè a lui nulla serve quella mezz’oncia di più di metallo vile, che nella raffinazione dell’argento dovrà consumarsi, e avrà a suo carico la spesa della raffinazione medesima. Dunque sarà maggiore anche in moneta il valore d’un marco d’argento fino, che il valore della composizione suddetta. Ma supponiamo che l’artefice prenda ad egual prezzo il marco d’argento fino, e la detta composizione. Sarà però maggiore la spesa della monetazione volendo frammischiare al marco d’argento la


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