Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. I, 1912 – BEIC 1904739.djvu/15

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relazione di alvise contarini 9

al suo servizio né nel suo Stado persona né di molto credito né di gran stima.

Del duca, che è patron di questo Stado ed al quale io son sta’ mandato, mi par d’esser obligado a dir qualche cosa, cosí perché i Stadi, le ricchezze, la milizia e le forze sono piú e manco considerabili secondo la qualitá de’ principi che li comanda, come perché, essendo stato mandato principalmente per onorar, come rappresentante della Serenitá Vostra, quel matrimonio ed essendo principalissima parte d’esso matrimonio la persona del signor duca, ch’è il sposo, e della duchessa, che è la sposa, par che si convenga all’offizio mio dir alcuna cosa delle sue persone. Dell’etá, forma, grandezza, lineamenti ed altre si fatte particolaritá del signor duca non accade dir altro, essendo stato veduto piú d’una volta dall’Eccellenze Vostre, e non pur da esse ma da tutta questa cittá. Quanto alle altre qualitá, per quanto si vede, par che sia principe inclinato agli esercizi militari, i quali tutti, cosí a piè come a cavallo, li fa eccellentemente al par d’ogni soldato e cavalier consumato su le guerre. E quando io fui in Francia con la buona memoria del clarissimo signor Zan Cappello, al qual tempo il duca era ancor lui in Francia, era fama per quella corte che il duca non avesse pari in quel regno a combatter con tutte le sorti d’arme. Si dice che si diletta assai di distillati va e di lambichi, ne’ quali spende, per quanto si vede, buona parte del giorno e, per quanto si ragiona, anche buona stimma di denaro; ed oltra le cose dei metalli, si diletta di far acque ed ogli medicinali, dei quali ne dona ai principi, ed ultimamente ne portò a donar all’imperator suo cognato, quando fu a quella corte. Nella forma del governo si porta con molta sodisfazion di quei sudditi e con molta laude sua, volendo che la giustizia abbia il suo luogo e che le cose passino drittamente e secondo quel che convien a un buon principe; il che gli accresce la natural benevolenza ed affezion de’ sudditi.

Dell’inclinazion e disegni di questo duca e del suo animo verso altri principi non ardiria di poter dir d’aver in dieci giorni compreso cosa che fusse degna d’esser narrata in quest’eccellentissimo luogo, perché le non ha cosa piú diffidi, anche in