Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. I, 1912 – BEIC 1904739.djvu/155

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relazione di gioanni da mulla 149

esse conosciute tali e cosí essorbitanti, che chiaramente s’averebbe compreso esser verissimo quello che diceva l’Altezza Sua della poca inclinazione di quel principe al bene ed alla quiete. Perché, se ben non è dubio che li reciprochi matrimoni sarebbono piú propri e piú efficaci per levar le difficultá per sempre e stringer in piú tenace maniera gli animi di questi principi in amore e congionzione, tuttavia nelle cose gravi e difficili è anco assai l’arrivar alla mediocritá ed il manco male alle volte sottentra in luogo del bene, ed io credo certo che ’l solo dell’infanta fosse per aver piú facile componimento e piú felice fine, come quello che, avendo manco contrari e difficultá, anzi essendo aiutato dall’interesse di ognuno di questi principi, potrebbe anco esser il vero mezo di colpir poi nel segno bramato di una vera riconciliazione di queste case. Perché prima il signor duca di Mantova ha, per quanto si dice, particolar inclinazione all’infanta; lei medesimamente pur si ragiona che desideri queste nozze, e con ragione, conoscendo ben lei che, non maritandosi in Mantova, corre manifesto rischio di dover restar sempre in una vita ed abito vedovile; il desiderio di star appresso la figliuola bisogna credere essere in lei ardentissimo; li populi di Mantova la desiderano e bramano sopra modo; il signor duca ha gran parte e quasi tutta la dotte giá nelle mani, che non l’ha mai restituita: onde pare che poco ci restarebbe per ridur questa pratica a conclusione. Ma, mentre si tratta di far tutti doi li matrimoni, e che Savoia pretende maggior dotte per il principe suo figliuolo di quello che vogli dare all’infanta vedova, e che vuole l’assignamento di essa dotte in tanti Stati, e che all’incontro Mantova non voglia e non possa per interesse suo gravissimo a ciò assentire, come apertamente mi disse piú volte non poter fare, la conclusione del negozio e d’ogni bene si va allontanando e si riduce a termini intricatissimi, per non dir disperati; ed il pessimo de’ mali è che non solo non si è introdotta sin qua pratica alcuna di accommodamento, ma si fanno delle novitá da ogni parte, s’infestano i sudditi e si travagliano i confini, Mantova non rimette i beni a’ ribelli, Savoia trattiene quelli de’ sudditi monferrini che ne hanno in Piemonte, leva