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SCRITTURA SUL MATRIMONIO

DEL DUCA DI MANTOA

Serenissimo Prencipe, Vostra Serenitá cornette a mi, Nicolò Dolfin, come ritornato dall’ambasciaria di Mantoa, che, precorrendo nel punto del matrimonio di quel signor duca la relazione mia, la quale pure farò tra pochi giorni, le esponga immediate ciò che m’è occorso di intendere per quelle risoluzioni, a che paresse a questo eccellentissimo senato di devenire in negozio di tante consequenze e che non può patir dilazione.

Io, riconoscendolo del peso che veramente è, scrissi, quando ero in quella cittá, una piena lettera di questo solo proposito, che sará aggionta in rinovazione della memoria di Vostre Eccellenze. Ora posso riverentemente dirle di piú: che il matrimonio del signor duca di Mantoa è in effetto desiderato da tutta la corte e sudditi suoi, a troppo rivoluzioni prevedendo ognuno esposto lo Stato, quando terminasse la sua discendenza, appogiata di presente ad un solo figliuolino, nipote dell’Altezza Sua. Da questa uniformitá di sensi al matrimonio in generale, che nel particolare però del soggetto è presso molti discrepante secondo la diversitá degli affetti, si lascia rapir il duca a condescendervi; il quale per altro, per la remozione delle occasioni nella precedente vita di dui prosperosi figliuoli, n’era anco alienissimo nell’animo.

Avrebbe qualche desiderio per sé l’infante vedova radicato sin nel principio della sua mossa per Mantoa; ma quei fini, che allora militavano di che tali nozze valessero solo a qualche agiustazione migliore delle differenze fra Savoia e Mantoa