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232 monferrato

tutto di piacevolissime coline, tra quali stanno fraposte fecondissime pianure, per la commoditá de’ fiumi navigabili, che d’ogni parte lo scorrono e lo circondano, per la grande affluenza d’altre acque che l’irrigano, per la frequente copia degli abitanti, ch’in numero di 244.000 diligentemente lo coltivano, e insomma per tutte quelle condizioni che si ricercano a far un paese felice e beato, si può veramente egli dire felicissimo e beatissimo, concorrendovi tutte largamente in esso per renderlo tale.

La lunghezza e circonferenza di questo Stato non si può veramente dir quali elle si siano, perché le cittá, terre e castelli di esso, cosí da una parte come dall’altra del Po, non sono tutte ristrette in un sol corpo. Non sono i confini del Monferrato terminati da monti, da fiumi, da mari e da altro simil notabil segno, come d’ordinario par che siano quei dell’altre province; ma sono i luochi d’esso sparsi in gran parte qua e lá con certa indistinta confusione e mescolati insieme con quei del Stato di Milano, del signor duca di Savoia, della republica di Genova e d’alcune antiche, ma ben picciole vestigie, che pur tuttavia restano, de’ feudi della Chiesa e dell’imperio, estendendosi molto più ed allargandosi di vantaggio di quello che soleva far giá l’antico e vero paese cosí denominato, ch’è quello apunto che sta ristretto tra i fiumi Tanaro e Po. Ora si dilati da una parte, cioè di qua dal Po (parlo rispetto a noi ed alla nostra positura), col contado di Trino e col principato canavese, tra i fiumi Sessia, Dora e Malon sino alle Alpi; se dall’altra s’estendi alla sommitá dell’Appennino e s’avvicini di poche miglia al mare, e se finalmente fra terra si concentri nelle piú intime viscere del Piemonte, spingendosi, con alcuni castelli, quasi sino a vista della stessa cittá di Turino.

È il Monferrato abitato con tre cittá e con 218 tra castelli e terre. Il capo e la metropoli d’esso è al presente la cittá di Casale Sant’Evasio, fabricata non ha gran tempo in pianura, sopra la riva del Po, dai marchesi di casa Paleologa, che, abbandonata la terra d’Occimiano, quindi non molto discosta, antica residenza de’ loro precessori, trovôrno bene da ritirarsi in sito assai piú commodo, qual è apunto quello dove si sta Casale.