Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. II, 1913 – BEIC 1905390.djvu/100

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trattazione aversene, ed impegnar se stesso ed il candore della sua fede che non se ne parlerá mai.

Sbrigatomi da Milano, sodisfatti i doveri della puntualitá e della creanza nella restituzione delle visite ed uffici necessari, presi imbarco sul Po nella navigazione, ricevendo dai signori duchi di Parma, Modena e Mantova e cardinale legato di Ferrara, di mano in mano, visite, rinfrescamenti, missioni di personaggi ed inviti di sbarcare, con tutto quel piú di cortesia e di onore, ch’in riguardo del merito di Vostra Serenitá ben a lei, non a me suo umilissimo rappresentante, conveniva. Il signor Valerio Anteimi, secretario dell’eccellentissimo Conseglio de’ dieci, si è voluto dispensare dalla grandezza del ministerio per favorirmi della sua esperimentata ed alla mia casa antica ed amorevole assistenza in questa ambasceria. Del suo valor inveterato e sopra grande, reso cospicuo in lunghi reiterati servizi, con l’essempio del nascimento, con il merito del fratello, niente convien ch’io dica, dove azioni prestanti e dignissime parlano ed inalzano la condizione sua. Il chiarissimo signor Alvise Cocco, solo dell’ordine dei nostri nobili, tanto richiesti e supplicati da me, si è compiaciuto d’accompagnarmi, ed in tal riguardevol occasione ben si è fatto conoscere degno figliuolo di questa patria, zelantissimo delle sue grandezze, con maniere e costumi separati dal commune; onde in abbracciarlo ed adoperarlo Vostra Serenitá averá sempre un buon capitale di publico ed esquisito servizio. Cavalieri sudditi principalissimi delle cittá di terraferma in numero di 26 sono venuti con gran dispendio ad onorar questa ambasceria, dando, con la pompa delle livree, con l’abbondanza del séguito, con lo splendore dei modi cospicui, ornamento insigne alla funzione publica. Tra gli altri il signor Rizzardo Avogadro ed un figlio del conte Ferdinando Scoto hanno illustrato il servizio; si come, tra i signori veronesi, che non hanno ceduto nella comparsa ai padovani, vicentini e bergamaschi, il conte Antonio Sarego ha avuto la carica di maggiorduomo ed il marchese Pier Paolo Malaspina ha assistito con termini d’una grave decorosa prudenza alla mia persona.