Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. II, 1913 – BEIC 1905390.djvu/38

Da Wikisource.

usar quelli ricordi con Sua Eccellenzia che mi pareano espedienti, e significarli in tutto alla Celsitudine Vostra. E, perché quanto io ho scritto ed essequito Vostra Serenitá e Vostre Signorie eccellentissime lo tieneno benissimo a memoria, per non esser tedioso, pretermeterò tutte le cose scritte, non toccando alcuna mia lettera, salvo in quanto alla narazione mi fusse necessaria.

La prima considerazione ch’io ebbi apresso Sua Eccellenzia fu la guerra di Musso, la qual da me fu disconsegliata, e nel principio, e dapoi la determinazione di questo eccellentissimo senato maggiormente; non avendo massimamente Sua Eccellenzia Stato di valore alcuno e per non esser causa di far nascer mazor moto e nova guerra. Avendo il Medico mosso grisoni e grisoni svizeri, svizeri lanzchinetti, che venero in aiuto di esso Medico, non obstante le proebizioni fatte da Cesare, e ultimamente intrando esso signor duca, come volse Sua Eccellenzia, chiamando Vostra Serenitá, si poteva facilmente espetar qualche altro principe e che si desse, come ho ditto, principio a nova guerra. E non avendo parso a Sua Eccellenzia prima desister, ma pigliar quella impresa, capitulando con svizeri, essendo il progresso di essa longo e dannoso rispetto le spese e vergogne, che per giornata riceveano le sue genti e capitani, li persuasi l’accordo, qual poi alla fine convene accettar, con capituli di dar al Medico ducati 30.000, ducati 1000 di intrata e Marignano, con farlo marchese di quel loco e lassarlo portar tante munizioni, artellarie e robe che valevano ducati 100.000. La causa di tuór la guerra di Musso furono li interessi di particulari: come del signor Alessandro Bentivoglio, locotenente generale di Sua Eccellenzia e gubernator di Milano, quale dovea avere Monguzzo, che possedeva il Medico; del conte Massimiano Stampa, per il desiderio che egli avea di esser conte di Leco e per le possessioni sue e per far vendetta contra il Medico, qual fece l’omicidio, per il quondam suo socero Ieronimo Moron, in la persona del Visconte; ed il desiderio che aveano di manegiar danari quelli che erano sta’ novamente assumpti al guberno di quel Stato.