Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte I, 1916 – BEIC 1905987.djvu/15

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l’Arno, fiume mirabile, largo una volta e mezza come il nostro Canal grando, con un’acqua placida, limpida, chiara, amena e quanto piú dir se possi delettabile, con quattro ponti de pietra sopra esso fiume. La cittá poi con strade bellissime e dritte, tutte salezade; si che la cittá è tutta netta, tutta bella, tutt’allegra e che tutta ride: adeo che, se ’l poeta Dante, ancora che ’l parli de la sua patria, la chiama «il bel ovile», el parlò molto propriamente. Della fortezza della sua regione e del suo territorio li signori fiorentini se possono ancora non meno contentare, per essere il suo territorio munitissimo e fortissimo dalla natura. Ed io non mi estenderò a parlare di tutta l’Etruria, la quale ha li suoi confini notabili, perché la è posta iníer Apenninum, mare Thyrrenum et Macram flavi um, che è quello che divide la Toscana dalla Liguria; ma parlarò solamente della regione e del Stato che possedeno li signori fiorentini. Il quale, com’è ditto, è di natura fortissimo, e da quella parte, donde possono aspettare maggiori e piú potenti esserciti e donde corrono maggiori pericoli, che è dalla banda di Lombardia e di Romagna, è piú forte e munito il loro territorio che dalle altre bande, donde non possono aspettare esserciti tanto potenti; perché, dovendo passare alcun essercito potente in Toscana, è verisimile che ’l venghi di Francia over di Germania, overo che ’l si facci in Lombardia. Venendo da ditti luochi, convengono passare per li monti che dividono la Lombardia overo per quelli che dividono la Romagna dall’Etruria, che sono monti altissimi, cioè le Alpi e quel monte che chiamano l’Apennino. del quale scrive Virgilio: . . . gaudetque nivali vertice se attollens pater Apenninus ad auras; e Ovidio: ... et nubifer Apenninus. E per ambe queste due bande, cioè per via di Lombardia e Romagna, convien ogni essercito passare per monti asperrimi,