Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte I, 1916 – BEIC 1905987.djvu/17

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strada che le altre tre sopraditte, né per questa se possono condur artigliane, che pure per le altre tre sopraditte, se non son gran nevi e fanghi, se posson condurre. Per la via di Romagna sono altre quattro vie, per le quali se può venire in Toscana, molto piú aspere e difficili che quelle per le quali se viene di Lombardia. E la prima è quella che viene da Faenza per la valle de Lamon e per Maradi, la qual è asperrima e difficillima quanto dir se possi; e di essa io ne posso fare vera relazione alla Serenitá Vostra per essere andato per quella via quando andai a Fiorenza, ché invero non giudicai poter giunger vivo in quella cittá, essendo allora massime etiam guaste le strade per le gran piogge che erano state. Per questa strada Nicolò Piccinino, del 1425, fu in la vai de Lamon dalli propri villani rotto e preso e fu morto Oddo figliuol del quondam conte Braccio da Montona; onde ancora è memoria di un ditto del Piccinino in quella valle, che dopo la strage del suo essercito disse: — O vai de Lamon, perché te viddi mai? — E del 1358 Corrado Landò, capitano de ventura, con un essercito de germani perse etiam la metá del suo essercito in vai de Lamon. rotto da villani, e lui fu preso. Poi le Signorie Vostre se deono ricordare che, al tempo della guerra de Pisa, le sue genti non poterono mai passar Maradi. Si che quella strada è difficiliima ed asperrima e per essa non se possono condur artigliane. La seconda strada è quella che vien da Forli per la valle di Castrocaro, la quale è poco meno difficile della prima; né per essa se possono condur artigliarie. La terza è quella de vai de Bagno, che vien da Cesena, la qual è piú difficile ed aspera che alcuna delle altre, e per quella venne giá il duca di Borbón, questo aprile preterito, con i lanzichinecchi. E li signori fiorentini fecero provisione alli passi di tutte le altre strade, eccetto di questa. E questo fu perché allora la Santitá del pontefice aveva fatto la sospension d’arme con li cesarei; e l’illustrissimo viceré di Napoli, nominalo don Ugo di Moncada, venne a Fiorenza per componer la differenzia del duca di Borbón circa l’accordo fatto col pontefice; qual duca, overo la sua gente, non se contentavano delli ducati 100.000