Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte I, 1916 – BEIC 1905987.djvu/205

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considerando al poco respetto che ebbero in aprir li forzieri e fare pagar dazio di ogni minima cosa (eh’è pur costume piú da barbaro e contro le ragioni delle genti, non si usando neanco nel paese di turchi questo poco respetto alti ambasciatori de’ principi); lasciando, dico, queste cose da parte, se ben sono di molta importanza, dirò che io, rappresentante suo, non son stato ricevuto alle udienze con quella autoritá e dignitá della Serenitá Vostra, ch’era l’obligo suo, perché il duca, cosí la prima volta come la seconda audienza, mi ricevè nella camera della principessa tra le donne, mostrando di stimar tanto poco il favore fattoli dalla Serenitá Vostra, che non occorresse ricevere il suo ambasciatore se non in quel luogo e tra quelle persone, e in un certo modo a caso ; confermando anco di aver stimato poco questa onorata dimostrazione della Serenitá Vostra, con lo avermi solamente accompagnato sino alla porta del camerino dove era. La medesima alterezza mostrò il principe nella audienza, il quale di piú fece che la principessa, dalla quale io volevo prender licenza, m’accomiatasse stando ferma in letto, dove doppo il desinare s’era posta a dormire. E questo fu ogni segno d’onore che mi fu fatto dalle Loro Eccellenze. E, se bene, serenissimo Principe, scrissi a Vostra Serenitá che il giorno che io entrai in Fiorenza fui incontrato da gran compagnie di molti nobili della cittá, da una quantitá grande di cavalli, con mollo onore di questa serenissima republica ; però dapoi fui informato in Fiorenza che pochi furono quelli che vennero in nome del duca e del principe, ma che la maggior parte fu dei gentiluomini fiorentini, parte allevati in Vinegia, parte dependenti da quelli che abitano in questa cittá, quali, per aver qualche amicizia meco e con molti gentiluomini ch’erano in mia compagnia, fecero quella cortese ed onorata dimostrazione. Questa alterezza del duca sará stimata molto maggiore dalla Serenitá Vostra e dalle Signorie Vostre illustrissime, se considereranno il duca non aver avuto ambasciatori in questa occasione di nozze da altri principi che dalla Serenitá Vostra, perché ritrovai solo il nunzio di Sua Santitá, che fa la residenza, e lo ambasciatore di Ferrara, che risiede ordinariamente