Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte I, 1916 – BEIC 1905987.djvu/225

Da Wikisource.

Altezza: non solo non avere mai per qualsivoglia caso perso alcuno de’ suoi, ma neanco essere mal capitati quei d’altri, sopra li quali aveva avuto alcuna cosa sua. Dal che nasce che molti de’ suoi sudditi, quando mandano alcun vascello in viaggio, lo vanno a supplicare che gli dia o poco o molto del suo capitale, prendendo buon augurio per la felice fortuna del suo prencipe. A tutto questo corpo di milizia, cosí da terra come da mare, per darli in ogni occasione lo spirito ed il moto, trattiene questo prencipe li sottoscritti capitani, cioè: il signor Mario Sforza, con ducati 2500 all’anno; il signor Aurelio Fregoso, con 2400; il signor Francesco Gonzaga conte di Novelara, con i,s°°; il signor Prospero Colonna, il quale ora è assente per la morte del conte di Pitigliano, con 1500. Oltre di questi, sono il conte Clemente da Pietra, che servi il padre per maestro di campo generale nella guerra di Siena ; il conte Sigismondo da San Secondo; il signor Fabiano Dal Monte; il signor Sansonetto d’Avernia, ed altri che non eccedono di molto la mediocritá. Del 1 i instromenti poi da guerra è assai ben all’ordine, come d’arteglierie, delle quali ne ho vedute io nel castello di Fiorenza intorno a 150 pezzi da campagna, em’è stato affermato ch’è molto bene all’ordine nelle sue fortezze, particolarmente nell’Elba. Ha nella medesima fortezza di Fiorenza buona monizione di polvere, palle e cose da vivere, come formento, migli, carni salate, aceti, formaggi e cose simili. Avendo io dunque sinora raccontate cosí le cose possedute da questo prencipe, pertinenti alla pace ed alla guerra, come le proprie della guerra, mi resta, essendo la pace e la quiete ultimo fine di tutti gli uomini e conseguentemente di tutti li prencipi, narrar in questo luogo le cose proprie d’essa, nella quale è da considerare l’amministrazione della giustizia e la distribuzione delli magistrati: da che procede la forma d’ogni ben regolato e virtuoso vivere della cittá, ogni sua forza e splendore; e ciascuno avrá in considerazione queste cose come proprie da pace dipendenti.