Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte I, 1916 – BEIC 1905987.djvu/233

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in maniera che senza perdita di tempo tramette li piaceri nelli negozi e nelli negozi i piaceri. Non è questo prencipe di cosí vivo, alto e macchinato ingegno come il padre: pare sia di piú giusti pensieri. Dimostra un buon e saldo giudizio ed è molto circospetto ed avvertito nel parlare, in modo che scappa o in poche o in ninna cosa. Non è di molte parole, ma s’alTatica in farsi tenere migliore nelli fatti. Parla assai bene di tutte le cose, ma particolarmente di cosmografia, di mattematiea e di questi suoi secreti naturali, nel che si dilettava giá da giovane e ne fece qualche profitto. È molto bene informato ed avvisato di tutte le cose di Stato, e vuole che in ciò tutti li suoi ministri siano molto diligenti. Fa professione d’uomo di parola, e si dimostra molto amico della pace, e accortamente procura d’imprimere nell’animo di quelli con quali parla, e massime di persone publiche, di aver poco desiderio d’accrescere, ma bene di conservare il suo. E a questo proposito dirò quello mi disse di lui stesso, ragionando meco di molte cose e discorrendo sopra le cose di Polonia, e furono quasi queste parole apunto: — Credete certo che una gran banda di signori polacchi hanno attentato anco me, proponendomi molte speranze di quel regno. Alli quali io ho risposto che ho un Stato, del quale io mi posso, per grazia di Dio, e mi debbo contentare, che non voglio né debbo lasciare senza la mia persona, e ch’io non avevo pensiero di cose maggiori, contentandomi bene del mio, come faccio in effetto. E cosi, ringraziandoli, staccai la pratica del tutto. — In modo che si vede fa professione di questa quiete. È molto affabile; mantiene la giustizia incorrotta; procura d’arricchire e abbellire la cittá di fabriche e di tutte le arti e in ciò pone ogni studio. È stimato piú tosto per uomo tenace che altrimenti, e che li piaccia assai il danaro. È convenientemente amato dall’universale, e specialmente dal popolo, che ne riceve molto commodo. Ben è vero che nelli particolari può restare qualche memoria della publica ingiuria e delle private offese, come se n’è veduto segno in quest’ultima congiura, nella quale volevano liberarsi da quel prencipe; ed i Capponi, che ne furono capi,