Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte I, 1916 – BEIC 1905987.djvu/268

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7 l / 2 per cento; che, secondo dicono, in capo di quindici anni e manco, con le frequenti revoluzíoni e reiterazioni delle comprede e delle vendite, absorbe intieramente il prencipe tutto quello che si ha di valsente e capitale. Né è punto minore la gravezza del monte, che chiamano «delle dote», delle quali si paga similmente, come de’ contratti, 7 J / 2 per cento, e chi non paga in tempo, incorre in pena irremissibile di io. Oltre tutte queste cose, vi è la tassa de’ cavalli, muli ed altri animali, che si comprono e vendono, e di quello che ne viene al fisco, che importa molto, con alcune altre sino al numero di venti capi, come si è detto. Non usa il prencipe, come si fa da noi e in altri luoghi, d’affittare alcuna delle sue gabelle, ma tutte le fa riscuotere per conto suo, per via de’ ministri pagati da lui, da’ quali viene usata esattissima diligenza; siche non si può, senza grandissimo pericolo e danno, commettere fraude, facendosi severissima giustizia contra chi avesse defraudato la gabella. All’incontro dell’entrata vi è l’uscita, cioè la spesa, la quale similmente, per la nota avuta per l’istessa via, consiste in diversi capi fin al numero di venti, si come del pagamento delIi fanti, che si tengono nelli presidi nominati di sopra; del li capitani delle 28 bande d’ordinanza, della guardia de’ tedeschi, di quella delle quattro compagnie de’ cavalli leggeri ; delle due d’uomini d’arnie; della provisione delli generali della fanteria e della cavallaria, con quella de’signori, de’capitani e lanze spezzate, fino al numero di 100; de’pensionari, de’previleggiati ed altri; delle spese ordinarie delle fortificazioni di Livorno, di Grossetto ed altre; delli ripari d’Arno ed altri fiumi; de’ salari de’commissari, vicari, podestá di diverse cittá e luoghi ; de’ loro ministri, come nodari, fanti, che si chiamano «tavolacci»; de’ magistrati del Palazzo, giudici di rota, che sono tu t forastieri ; delli ambasciatori e simili ; della spesa ordinaria del vitto ed intertenimento della casa; tutte queste montano, come per il conto si può vedere distintamente a partita per partita, alla somma di 400.000 scudi incirca. In modo che per li conti medesimi si vede che, detratta la spesa dall’entrata, ne avanza.