Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte I, 1916 – BEIC 1905987.djvu/277

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questa suole il granduca comunicare alcuna cosa e delle non volgari. Queste insomma sono quelle considerazioni intorno alla natura e qualitá di questo prencipe, che sono parse piú degne di esser riferite, non pretermettendo di dire come, circa il servizio e modo di vivere della persona e corte sua, è servita Sua Altezza con l’istessa maniera delli prencipi piú grandi, con la sua guardia di alabardieri allemani, vestiti di livrea, oltre quella, come si è giá detto, de’ cavalli leggeri ; con suo camerier maggiore; con suo cavallerizzo maggiore; con li suoi paggi similmente vestiti di livrea, come sono anco li staffieri; con suoi gentiluomini scudieri, che, doppo usciti de’ paggi, servono alla tavola; con li suoi camerieri, che sono in gran numero; con li suoi gentiluomini da tavola, persone principali e tutte provisionate, che mangiano in sua compagnia, quando si trova in campagna alla caccia ed altrove fuori di palazzo; e con tutti finalmente gli altri officiali e genti da servizio, che ricerca una gran corte, non facendosi, quando mangia, far altamente la credenza in publico, ma unendosi a commune ed indifferentemente con gli altri. Oltre il servizio della casa, ha Sua Altezza una cappella con li suoi musici, tanto di voci quanto d’istrumenti d’ogni sorte, in tanta copia ed eccellenza, che pareggia quella dei re. Ha parimente tanto apparato di reti, cani, falconi ed altri uccelli, oltre due parchi, usati, come ha l’imperatore ed il duca di Ferrara, per la caccia di lepri, ed ogni altra cosa necessaria e dipendente dalla caccia, che poco piú ne hanno li maggiori re. Avendo ora a sufficienza parlato della persona sua, non si deve lasciare di dire una parola del fratello e de’ figlioli suoi. Ha l’Altezza Sua della prima moglie, che fu la serenissima Giovanna d’Austria, figliola dell’imperatore Ferdinando, un figliolo e tre femine, di sei che ne ha avute, essendone morte tre. Il figliolo è chiamato il «gran prencipe», e per nome don Filippo, come battezzato dal re di Spagna, di diciotto in venti mesi incirca, molto bello, di bellissima carne, bellissimi occhi e tutte l’altre fattezze, e, se bene alcuni mesi indietro mostrasse