Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte I, 1916 – BEIC 1905987.djvu/58

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assaltato in la valle da villani, e con difficultá si salvò a Camagiola, e dapoi andò in campo cesareo, c tic li a Siena, essendo ormai penetrato l’essercito di Borbón nel Stato de’ signori fiorentini fino alla pieve di San Stefano. E perché, non ostante l’appontamcnto fatto, vedendo le difficultá vi erano in contentar Borirono, c non essendo senza qualche dubbio di fraudo delli cesarei over, come alcuni sentivano, che il viceré, ancora che avesse buona mente in ciò, /amen non potesse operare quanto il voleva con Borbone, per essere nemici ed anco perché le gemi erano indomite e non se potevano gubernare, li signori fiorentini piú fiate tentarono meco e mi sollecitórno a fare venire il signor duca d’Uibino, nostro capitano generale, con il nostro essercito in favor loro, qual si ritrovava tra Regio e Modena ed in quelli contorni, e cosí il marchese di Salu/.zo con li svizzeri e gente francese, quale se ritrovava ad Imola. Né io mancai mai con lettere ed a Vostra Serenitá, Piencipe serenissimo. ed al durissimo messer Alvise Pisani proveditor generai ed al durissimo messer Zuán Vitturi proveditor generai, che era con il marchese di Saluzzo, che venissero in favor de’ fiorentini, iudicando il pericolo loro grande di essere da Borbone ingannati e dover esser saccheggiati ; benché a lor fiorentini dicessi sempre che non sperassero delle nostre genti fino che avevano il viceré in Fiorenza c che praticavano ile refirmare Pappontamento: a che sapeva che erano sollecitati dal pontefice. Di modo che per le mie lettere le nostre genti vennero nel Bolognese, c li signori fiorentini, avendo veduto che li cesarei erano penetrati nel suo Stato e che erano stati delusi da Borbone, tenendogli io detto clic, se volevano subsidio da noi in tanto suo pericolo, si risolvessero di non dare piú orecchie alli cesarei, ma di volere essere nella liga nostra col re cristianissimo, ancora che ’l pontefice non volesse che fossero, di nuovo si risolseno meco al modo predetto che li richiedea. Del clic subito detti notizia alla Serenitá Vostra c non meno alli serenissimi Pisani c Viituri. proveilitori generali. E loro fiorentini. percioché il pericolo immineva, mamlórno Palla Rimediai per orator sino al duca d’Uibino e Zuán de’ Pazzi al marchese