Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte I, 1916 – BEIC 1905987.djvu/75

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la loro opinion in scrittura. II che fatto c intesa la opinion universale e quella che dalli piú è approbata, avendo prima parlato chi vuole nel bigonzo, qual noi chiamiamo «Tenga». consultata la cosa li Dieci ancora con la Signoria e tolta quella opinione che le pare piú universale e regolandola al meglio che possono, loro Dieci deliberano quello le pare il meglio. Altro Consiglio non è deputato al Stato in Fiorenza, ma, quoid’nmoio in luoco del nostro Collegio, si usa a Fiorenza ragunars: ogni due ovcro tre giorni uno aggregato de’ magistrati per consultare se cosa alcuna importante verte nella cittá, cioè Signori (sempre che se dice «Signori» s’include il confaloniero), Dicci de libertá, Nove de milizia c Otto di guardia ovcro di balia, che son quelli magistrati che hanno in mano la briglia di quel guberno. Resta infine a parlare del Consiglio grande, quale si deve presupporre essere uno aggregato de tutti li cittadini, si dclParti maggiori come minori, che hanno benefizio del stato, cioè del guberno della cittá, il quale se intendono aver quelli, cl padre, l’avo o el proavo de’ quali o loro propri, hanno avuto il grado de’ tre maggiori, cioè ili confalonicr o de’ Signori ovcro de’ Collegi, cioè de’ confalonieri ile compagnie, che sono li 16, overo delli 12 Buoni uomini. Erano in questo Consiglio cittadini da 4000 in sopra alla creazione di Nicolò Caponi confalonier; delli quali, senilo mancati 500 da peste, restano solo 3500; e il Consiglio s’intende aver il debito numero quando vi sono ragunati Soo ; ma inanzi il 1502 volevano che fossero 1000 almeno. Questo Consiglio in questo viver populare è proprio il prcncipe, onde è necessario che nasca ogni cosa. E le Signorie Vostre hanno a sapere, acciò le intendano il modo come s’acquista lo stato, cioè la participazione nel guberno c di essere del Consiglio grande, che, come ho detto, quelli sono di Consiglio e hanno lo stato, il padre, l’avo e proavo delli quali sono sta’ tratti d’uno di tre maggiori, cioè che sia seduto o che sia entrato nel magistrato; e quelli, che non possono avere tal benefizio, non sono imborsali, né possono venire a Consiglio