Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte II, 1916 – BEIC 1906568.djvu/128

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insinuarsi nella grazia del re cattolico e per dargli cappára che, succedendo il prencipe negli Stati, dipenderá da Sua Maestá; avendo, in quella occasione del 1601, conosciuto di poter fare poco fondamento in francesi, nonostante che lui avesse per moglie una figliuola di Francia e dato una nipote al re presente. Ha potuto anco assai, per condur il granduca a questa risolu- zione di trattar d’accomodarsi con spagnoli, lo aver veduto e conosciuto piú gravi e travagliosi i pericoli vicini di ciò che si stimavano lontani. Poiché, mentre duròrno le civili discordie di Francia e li rumori di Fiandra, essendo spagnoli occupati in altri affari, fu facile a Sua Altezza il sodisfarsi come piú le piaceva e d’impedire, come fece, li progressi loro in Provenza e la patronia della cittá di Marsiglia; ma, pacificate le cose di Francia ed uniti gli esserciti e conosciuto il danno, che si potria ricevere facilmente, mutati li pensieri, si è pensato al modo di oviare alli pericoli e di non provocarsi l’odio e la mala volontá di prencipe si potente, e che, con la fabrica di Portolongone e col tener si rigorosamente il possesso di Piombino e con altri modi, mostra di voler tener questo prencipe e sudditi suoi in timore ed in necessitá di prestarli ossequio e aderenza. Inoltre è stato di gran momento presso Sua Altezza, per dis- porla al procurar di reconciliarsi con spagnoli, lo aver ella conosciuto che la cittá di Fiorenza non sentiva bene che ella si fosse dechiarata tanto francese, avendo opinione che ciò dovesse causare rumore in Toscana; dove all’incontro fiorentini credono che l’amicizia con Spagna sia il stabilimento della quiete e della grandezza di quel Stato. Conosce Sua Altezza li spagnoli potenti: Port’Ercole, passo di mare aperto con tante altre fortezze alle marine di Siena, cioè Piombino, Scar- lino, Talamon novo e vecchio, Orbatello, Monte Filippo e Monte Argentaro; vede la Sicilia e la Sardigna vicine al som- ministrar grani e socorsi alli esserciti che si mandassero in Toscana; l’appoggio de’genoesi; tanti prencipi d’Italia e si- gnoroti stipendiati e dipendenti da loro; l’unione di essi con li pontefici; e finalmente l’inclinazione de’suoi propri sudditi, interessati per li cornerei in Spagna e nelli Stati di Sua Maestá