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Papa Sisto 111

la campanella. — Quello è il mestiere che fa per me, — disse allora Vito Scardo.

Di lì a poco, un bel giorno — volontà di Dio — lo trovarono tutto pesto e malconcio nel podere di Scaricalasino, o che l’avessero colto a cerca di olive senza permesso del padrone del campo, e senza la tonaca di San Francesco, o che a Scaricalasino quella notte gli dicessero le corna di tornare a casa insalutato ospite. Il fatto è che glie ne diedero tante, al povero Vito Scardo, da lasciarlo più morto che vivo, e in quell’occasione volle confessarsi dal guardiano dei cappuccini appunto.

— Padre Giuseppe Maria — disse veramente contrito — padre Giuseppe Maria, o me ne vo in paradiso, o prometto di cambiar vita e fo voto di darmi a Dio.

— Va bene, va bene. A questo c’è tempo. — Il guardiano credeva che fossero le solite chiacchiere di ogni galantuomo ridotto al mal passo, e promise d’aiutarlo anche, per sbrigarsene. Ma però non furono chiacchiere. Vito Scardo aveva la pelle e la testa dura. Non s’era fitto in capo di mutar vita? O dunque perchè gli aveva promesso Roma e toma quel servo di Dio? Il guardiano, di lì a un mese,