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La vocazione di Suor Agnese 183

strepitava. Partiva all’alba pei campi, e tornava a tarda sera, sfinito, coll’aria stravolta, sognando anche la notte i seminati in cui aveva messo il poco che gli rimaneva, e tutte le sue speranze. — San Giovan Battista! — Anime del Purgatorio, aiutatemi voi! — Così pregava la Madonna dell’Idria, accendendole di nascosto ogni sabato la lampada, dinanzi all’immagine benedetta del Papa, perchè facesse piovere. Teneva nascoste ai suoi le lettere dell’avvocato che gli parlavano della causa. In casa sforzavasi di mostrarsi allegro, il poveraccio. Rispondeva alle occhiate timidamente ansiose della moglie: — Va bene — Non c’è male — Domeneddio non ci abbandonerà in questo punto.... — Si confessò e si comunicò a Pasqua; si mise in grazia di Dio, pregando coll’ostia in bocca per la buon’annata, per la vittoria della lite, per la buona riuscita del matrimonio che doveva far felice la sua creatura....



Essa pure, l’Agnesina, il bene che le volevano se lo meritava. Buona, amorevole, ubbidiente, quando le avevano fatto vedere lo sposo attraverso la grata — una lontana parente — e la mamma le aveva detto al-