Pagina:Verga - Eros, 1884.djvu/10

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— Domandatele se può accordarmi cinque minuti.

Egli rimase immobile, col ciglio corrugato, e lo sguardo fiso dinanzi a sè. La cameriera ritornando sollevò la pesante portiera di velluto; il marchese fece alcuni passi verso l’uscio, volse gli occhi a caso su di un grande specchio che gli stava di faccia: sembrò esitare un istante, poscia fece un movimento di spalle, aggrottò il sopracciglio, ed entrò col sigaro in bocca.

La marchesa leggeva, voltata verso il muro: udendo il passo di lui chiuse il libro, e domandò senza muovere il capo:

— Siete voi?

— Sì.

Ella alzò gli occhi verso l’orologio appeso alla parete.

— Son le quattro e mezzo, rispose il marito a quella muta e significativa interrogazione, masticando il sigaro fra i denti.

Cecilia soffocò due o tre colpettini di tosse, e gli disse:

— Datemi quella boccettina che è lì sul tavolino, vi prego. Egli buttò il sigaro nel camino, e non si mosse.

Allora la marchesa si voltò verso di lui, con un brusco movimento che modellò le coperte sulla più elegante figura di donna; si passò una mano più bianca della batista che le cadeva lungo il braccio, sui folti capelli castani, e fissò in volto al marito i suoi grand’occhi scuri bene aperti.

Egli era ritto, immobile, serio — troppo serio per gli abiti che indossava — e avea tuttora un leggiero strato di polvere sui capelli e sul viso; dovea essere giovane,