Pagina:Verga - Eva, Treves, 1873.djvu/102

Da Wikisource.

— 102 —

dandoci ad una poltrona d’orchestra, e che ci abbruciano gli occhi col lampo della loro bellezza, costringendoli ad affissarle avidamente. — Cotesta voluttà che c’inebbria di suoni, che abbaglia di luce, che sollecita con acri profumi, che vi fa ondeggiare dei veli dinanzi alla curiosità spasmodica, che ha il sorriso sfacciato, e la nudità pudica, che idealizza tutte le vostre più sensuali passioni, è mostruosa, — e la brama d’immergervisi, di annegarvisi, è mostruosa del pari, con tutte le cecità, con tutte le frenesie, — e lo spasimo di sguazzarci dentro, le mani, i piedi, il petto, i capelli, di abbeverarsene, di affogarvi la coscienza, il cuore, il sentimento della vita, ha le medesime estasi inenarrabili, i medesimi splendori, le stesse torture, le stesse infamie... Se si potesse vedere in cuore ad uno di quei felici mortali, su cui passò il turbine di una tal passione, e che va invidiato dalla moltitudine!...

Quella donna per cui gli applausi avevano fremiti di desiderio era mia, avea posato la testa sul mio guanciale; ma io non ci pensai che per essere geloso delle sue spalle nude, della traspa-