Pagina:Verga - Eva, Treves, 1873.djvu/153

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se ci fossimo lasciati il giorno innanzi. Mi domandò se fossi in collera con lei, se avessi pensato a lei, se l’amassi ancora; mi disse che non mi aveva mai dimenticato, che era contenta di vedermi in quello stato, che era orgogliosa di avermi amato, mi disse cento cose seducenti, com’ella le sa dire, scaldandosi al fuoco, e sollevando la veste per posare i suoi piedini sugli alari. È impossibile esprimerti tutto quello che c’era nelle sue parole, nel suo riso, nei suoi occhi e nei suoi gesti. Mi parlò del passato; mi domandò dei miei amori, e come amassi, e come fossi amato, e se amassi di più o in un altro modo, e mi diede anche un bacio come mi avrebbe dato una stretta di mano. Poi, dopo che ebbe fatto ardere il mio sangue con quella grazia così calma e nello stesso tempo così spensierata, con quei suoi sguardi sorridenti come ad un fratello, col profumo del suo fazzoletto e coi talloni dei suoi stivalini, ella si levò tranquillamente, come se mi avesse fatto una visita, e mi stese la mano. — Se ne andava! erano due ore, doveva andare dalla modista, dalla sarta, da Marchesini, e fare un giro alle Cascine, alle sei poi