Pagina:Verga - Eva, Treves, 1873.djvu/27

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— Ma bisogna che ti dica quello che ero, per farti comprendere quel che sono divenuto. Ero un genio in erba, una speranza dell’arte italiana, coi capelli lunghi e il cappellaccio alla Rubens; abitavo all’ultimo piano di una vecchia casa in Santo Spirito che il vento, d’inverno, sembrava far traballare sulle fondamenta, e desinavo a cinquantacinque lire al mese. Però in tutte codeste cose ci mettevo, direi, tanta buona fede, che le rendevo quasi rispettabili. Il mio paese mi pagava una pensione, allo scopo di aumentare il numero dei suoi grandi uomini; i miei professori ed i miei colleghi mi tenevano in gran conto — è vero che c’era poco da fidarsi di loro che avevano in corpo le stesse magagne, ma chi ci avrebbe rinunciato? — il pubblico e i giornali mi bruciavano sotto il naso tutti gli stimolanti della vanagloria.... Ebbene, chi sarebbe stato più forte di me scagli la prima pietra.... Io battezzai pomposamente la mia