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E corremmo come due fanciulli, ella posando appena i suoi piedini sul suolo, compiacendosi del fruscio della sua veste, e tirandosi sul viso il mantello che il vento gonfiava.

— Oh, com’è bello! esclamava quando non tremava dal freddo. Oh! che bella sera! — E i suoi piccoli denti scricchiolavano.

Quando fummo in carrozza ella chiuse tutti i cristalli e ai rannicchiò in un angolo del legno tremando e ridendo a sbalzi: — Mettetevi vicino, mi disse; ho freddo.

Le misi un cuscino sotto i piedi, e di sopra il mio paletò.

— Ma voi avrete freddo! diss’ella. Facciamo a metà.

Tirò indietro i suoi piedini e gettò sulle mie spalle metà del suo mantello di velluto.

— Eccovi metà del manicotto, soggiunse; avete le mani gelate! Che piccole mani avete, signore!

E poscia con un sospiro tutto gajo: — Ah! come si sta bene così!

Sentivo il suo corpicino delicato, tremante, rag-

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