Pagina:Verga - Eva, Treves, 1873.djvu/82

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acri e dolorose; sentivo arcane ed infinite ispirazioni artistiche che non avrei neppur tentato di esprimere, e impotenze desolanti.



Ella mi amava veramente. Quell’amore sarà stato un capriccio, ma in quel momento era sincero. Le arrecava paura e diletto. Delle volte mi guardava timidamente, e all’improvviso mi saltava al collo, ebbra anch’essa d’amore. Aveva certe strane curiosità di sapere come fosse fatto il mio cuore che l’amava in tal modo. Mi chiudeva gli occhi colle mani, metteva la sua bocca nella mia per sentire come fosse caldo il mio alito, ed appoggiava l’orecchio sul mio cuore per udire come battesse. Mi voltava e rivoltava in tutti i sensi, scomponeva i miei capelli, e quando l’affissavo a lungo negli occhi, li chiudeva con un piccolo grido di paura.

— Se avessi saputo di doverti amare così, mi diceva, non ti avrei più cercato. — Mi fai male!