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lezza, sotto la fine batista, come una statua greca, e mi si buttò al collo, coprendomi di lagrime e di baci.
— Sì, tu mi ami! tu mi ami! singhiozzò, ed io pure ti amo come una pazza!
Poscia, tenendosi allacciata a me come l’edera, nascondendo il suo capo nel mio seno, e parlandomi sottovoce, come vergognosa per quello che doveva dirmi:
— Non credi che ti amo?
— Sì!
— Temi che io possa ingannarti per un altro?
— Oh, no!
E chinando maggiormente la testa, e abbassando dippiù la voce, e abbracciandomi più strettamente:
— Perchè quella domanda adunque?
— Perchè ti amo! Perchè son geloso... in un altro modo.
— ... Come?
— Oh!... non lo so!... non te lo dirò mai!
Tuttavia sembrò aver compreso, poichè allentò le braccia, non disse motto, e ricadde sul guanciale, nascondendovi il viso.