diverse disposizioni d’animo in cui mi ero trovato, e forse anche per ciò era rimasta in me più viva e profonda l’impressione di lei. La prima volta la vidi pel Lungarno, in un elegante legnetto, e guidava una bella pariglia di cavalli inglesi; aveva il sorriso negli occhi più che sulle labbra, ed una cert’aria graziosa e gradita in tutta la sua persona, che vedendola faceva sorridere di piacere. Io ero triste, senza sapermi il perchè, forse per non avere meglio da fare, e macchinalmente la seguii cogli occhi e col pensiero, e il pensiero corse lontano verso tutte le ridenti follie del cuore. Un’altra volta l’incontrai alle Cascine, in uno di quei viali che nessuno frequenta. Quel mattino il mio cuore faceva festa — domeniche gioconde dei venticinque anni, che non tornano più! — Il sole splendeva, ed il sorriso brillava negli occhi di Vittorina —