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del caminetto, arse il mio cuore e consunse la mia vita.
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Un mio amico, appendicista molto conosciuto, veniva spesso a trovarmi — eravamo giovani, artisti entusiasti, matti del pari — poi fumavamo spesso la pipa insieme, e digerivamo la gloria di là da venire. Il mio cuore, o piuttosto la mia immaginazione, aveva bisogno di espandersi; gli parlai delle impressioni ricevute con tanto calore, che egli volle leggere il mio scritto, e lo trovò bello.
— Dammelo, mi disse, voglio farti amare da quella donna.
— Eh?! risposi come sbalordito da quell’enormità.