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pelliccie, e col velo dinanzi al viso; attraversò con passo leggiero il vestibolo; passò la sua mano sotto il mio braccio senza dirmi una sola parola; spinse l’usciale, e mentre raccoglieva lo strascico della sua veste per montare in carrozza, mi disse con voce soffocata sotto il cappuccio ed il velo: — Venite.
Appena fui seduto al suo fianco calò il cristallo, sporse il viso in fuori ed ordinò al cocchiere:
— Ai Colli.
Poscia sollevò il cappuccio che le veniva fin sugli occhi, gettò il suo velo all’indietro, e si volse a guardarmi fisamente, coi suoi grandi occhi azzurri spalancati, senza dir motto, con un’aria di curiosità insistente, e quasi fanciullesca. Erasi sdraiata in un angolo del legno, col capo rivolto dalla mia parte; sembrava assai stanca,