Pagina:Verga - Eva.djvu/88

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che svolazzavano sui vetri, e pensavo alla mia famiglia lontana, e a tutte le tranquille gioie che avevo abbandonato per correre dietro a larve affascinanti; mi sentivo invadere da cento ispirazioni gigantesche, e sognava tutte le ebbrezze delle glorie.

All’improvviso fu suonato vivamente al mio uscio. Saltai sulla seggiola come se il filo del campanello fosse stato attaccato al mio cuore. Presi un lume e andai ad aprire tutto tremante, come se attendessi una disgrazia; indietreggiai stupefatto.



Era Eva tutta imbaccuccata, pallida e tremante dal freddo, e che mi guardava con certi occhi dove avrei giurato che ci fossero delle lagrime.