Pagina:Verga - Il marito di Elena.djvu/138

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— Ci lasciamo amici? dite?

— Perchè non dovremmo lasciarci amici? esclamò Elena, ritirando adagio adagio la mano.

— Mi permettete dunque di venire a trovarvi?

Ella si fece seria in viso, e stava per rispondere no. Ma la parola le parve troppo dura. Sentì per istinto di donna come fosse anche compromettente.

— Noi ci fermeremo appena qualche giorno prima di tornare in città. Avrò tutta la casa sottosopra. Non so nemmeno se riceverò.

Don Peppino si alzò contegnoso, un po’ triste, nel momento in cui rientrava il marito, prese la lettera, salutò la signora, che gli stese la mano, e partì.

Il barone s’era incaricato pure di una lettera di Cesare pel notaio, il quale il giorno dopo era passato dalla Rosamarina, andando al suo podere, ed Elena aveva visto che si erano messi a discorrere con suo marito sulla porta del palmento, accanto alla mula che brucava l’erba fra l’acciottolato. Il notaio si stringeva nelle