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lano addosso l’anno dopo. E sempre spendere! Al giorno d’oggi prender moglie diventava una cosa impossibile. Ora usavano i calzoni larghissimi. Tutti quelli dell’anno passato erano inservibili.

Cesare, colla febbre nel cervello, dovette subirsi la discussione ragionata dell’ultimo figurino, e dichiarare se preferiva le camicie col colletto ritto oppure rovesciato. Roberto spinse l’amabilità sino a fargli passare in rassegna i suoi vestiti, le camice ricamate, le scarpe messe in fila sotto il cassettone.

Il poveretto disperato ricorse alla sua mamma, e scrisse una lettera in cui si sentivano delle lagrime vere.

Due giorni dopo gli giunse una vaglia telegrafico di duecento venti lire. Pallido di gioia e di commozione corse a dire all’Elena:

— Mia madre mi ha mandato del denaro!

Egli non sospettò nemmeno quel che fosse costato, e quel che dovesse ancora costare

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