Pagina:Verga - Il marito di Elena.djvu/205

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— Se mi riesce quello che ho in mente, finiranno le nostre angustie.

Elena ormai sembrava che si fosse rassegnata a quello stato, o che le fosse divenuto indifferente. Dapprima mal dissimulava il cattivo umore che le arrecava il vedersi continuamente il marito in casa. Ripeteva le osservazioni di sua madre che a quel modo avrebbe fatto la muffa. Tradiva dei momenti di esasperazione in cui la sua testa era altrove, cogli occhi fissi ed astratti, il viso un po’ pallido e le labbra serrate. Usciva spesso, in fretta, a capo chino, e quando suo marito le domandava dove fosse stata, una fiamma appena repressa passava attraverso il suo pallore trasparente.

Egli invece aveva rinunziato all’avvocatura, al ministero, alle splendide aspirazioni del suocero. S’era rassegnato a scendere di un grado nella gerarchia forense, e s’era fatto iscrivere qual procuratore legale. Finalmente capitò un affar grasso, che ebbe buon esito, e se ne tirò dietro degli altri. Cesare respirò.