Pagina:Verga - Il marito di Elena.djvu/257

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ciucchiare la sua bambina, e a sballottarsela fra le braccia. Giurava che oramai apparteneva alla sua creatura, nient’altro.

L’unica vanità d’Elena era di mostrare la sua creaturina alla mamma, alla sorella, alle amiche che venivano a trovarla, il visino roseo, nella cuffietta di pizzo, quel corpiccino infagottato in una lunga vesticciuola ricamata, se la conduceva a spasso, sulle braccia della balia in gala. Avrebbe voluto adornarla tutti i giorni a nuovo, come una pupattola, avere anche lei per la sua bimba una balia dal costume pittoresco, colle spalline d’oro, tutta ricami e gale di nastri. Mentre componeva allo specchio un quadretto di genere, colla bambina al seno, drappeggiandosi lo scialletto sulle spalle, con un fazzoletto a colori vivi acconciato sul capo artisticamente, cominciò a provarsi di nuovo i cappellini impennacchiati, le vesti alquanto passate di moda. Ei vide il sorriso agro delle amiche, e le occhiate insistenti degli ammiratori. A poco a poco la bimba che strillava sempre, che le sgualciva il vestito, che