Pagina:Verga - Il marito di Elena.djvu/273

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di lei, con uno slancio di tenerezza commovente, benedicendola per la felicità che gli arrecava sotto il suo povero tetto, baciandole il lembo della veste, mormorando con voce melodrammatica: — Grazie! grazie!

— Ho fatto male! diss’ella.

— Male? Ah! la gran parola! la parola di tutti coloro che non hanno mai sofferto, che non hanno amato, che non sanno quanto valga uno di cotesti momenti per certe anime! come uno di cotesti ricordi basti a riempire un’esistenza!

Qual era il male, per lui, dotato della scintilla divina che rischiara ogni sentimento della sua vera luce, e lo rende etereo? che cos’era il marito, la legge, il mondo, per lui che aveva in cuore tutto l’amore dell’universo, nella sua più sublime essenza? Che cos’era la figlia di Elena per le opere che avrebbe potuto crear lui, ispirato da questo amore, in cui ella avrebbe messo la favilla, il pensiero, il soffio, il fiat? Egli aveva aspettato questo momento dieci anni! Aveva vissuto con questo sogno,