Pagina:Verga - Il marito di Elena.djvu/306

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morta, senza osare di fissarvi gli occhi, senza osare di fermarvisi, in presenza della forestiera, nel mutamento che indovinavano senza comprendere.

Una sera don Anselmo, passando dinanzi all’uscio di Elena, picchiò discretamente.

Don Peppino era seduto presso la finestra, e si alzò al comparire del canonico, quasi ci fosse stato un vescovo per lo meno, tutto ossequioso e imbarazzato. Stette ancora un poco, chiacchierando a casaccio col prete impenetrabile e coll’Elena perfettamente calma. Poi si congedò, come fosse sulle spine, e se ne andò un’ora prima del solito.

All’Elena, che glielo faceva osservare con perfetta disinvoltura, in presenza dello zio, appena don Peppino se ne fu andato, il canonico disse sorridendo:

— Son le dieci. Voi credete sempre d’essere a Napoli. Le dieci qui sono un’ora straordinaria.

Stette un momento in silenzio. Poscia le prese la mano, e soggiunse colla sua voce insinuante da confessore;