Pagina:Verga - Novelle, 1887.djvu/18

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8 nedda

chi alzò su quella che aveva parlato certi occhioni neri, scintillanti, ma asciutti, quasi impassibili, e tornò a chinarli, senza aprir bocca, sui suoi piedi nudi.

Allora due o tre si volsero verso di lei, mentre le altre si sbandavano ciarlando tutte in una volta come gazze che festeggiano il lauto pascolo, e le dissero:

— O allora perchè hai lasciato tua madre?

— Per trovar del lavoro,

— Di dove sei?

— Di Viagrande, ma sto a Ravanusa.

Una delle spiritose, la figlioccia del castaldo, che doveva sposare il terzo figlio di Massaro Jacopo a Pasqua, e aveva una bella crocetta d’oro al collo, le disse volgendole le spalle: — Eh! non è lontano! la cattiva nuova dovrebbe recartela proprio l’uccello.

Nedda le lanciò dietro un’occhiata simile a quella che il cane accovacciato dinanzi al fuoco lanciava agli zoccoli che minacciavano la sua coda.