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10 nedda


E scuoteva sempre il capo dopo aver taciuto, senza guardar nessuno, con occhi aridi, asciutti che tradivano tale inconscio dolore, quale gli occhi più abituati alle lagrime non saprebbero esprimere.

— Le vostre scodelle, ragazze! gridò la castalda scoperchiando la pentola in aria trionfale.

Tutte si affollarono attorno al focolare ove la castalda distribuiva con paziente parsimonia le mestolate di fave. Nedda aspettava ultima, colla sua scodelletta sotto il braccio. Finalmente ci fu posto anche per lei, e la fiamma l’illuminò tutta.

Era una ragazza bruna, vestita miseramente; aveva quell'attitudine timida e ruvida che danno la miseria e l’isolamento. Forse sarebbe stata bella, se gli stenti e le fatiche non ne avessero alterato profondamente non solo le sembianze gentili della donna, ma direi anche la forma umana. I suoi capelli erano neri, folti, arruffati, ap-