Pagina:Verga - Novelle, 1887.djvu/233

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del castello di trezza 223

famiglia, era andato ad aspettarlo ad un certo crocicchio, e senza stare a sofisticare sulla probabilità del si dice, aveva messo il saldo alla partita.

Soddisfatti così i suoi obblighi di d’Arvelo e di signore non uso a farsi posare mosca sul naso, era andato ad assidersi tranquillamente sul seggio baronale, avea appeso la spada al chiodo del suo antecessore, e, tanto per farsi la mano da padrone, avea fatto sentire come la sua fosse di ferro a tutti quei poveri diavoli che stavano nei limiti della sua giurisdizione, ed anche delle sue scorrerie, chè un po’ del predone gli era rimasto colle vecchie abitudini di cavalier di ventura. Tutti coloro che nel "requiem" ordinato in suffragio del giovane barone avevano innestato sottovoce certi mottetti che non erano nella liturgia, ebbero a pentirsene, e dovettero ripetere, senza che sapessero di storia, il detto della vecchia di Nerone. — Lupo per lupo, il vecchio che