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26 | nedda |
— Ohè, Nedda! gridò una voce nota.
— Sei tu, Janu?
— Sì, son io, coi buoi del padrone.
— Da dove vieni? domandò Nedda senza fermarsi.
— Vengo dalla Piana. Son passato da casa tua; tua madre t’aspetta.
— Come sta la mamma?
— Al solito.
— Che Dio ti benedica! esclamò la ragazza come se avesse temuto il peggio, e ricominciò a correre.
— Addio, Nedda! le gridò dietro Janu.
— Addio, balbettò da lontano Nedda.
E le parve che le stelle splendessero come soli, che tutti gli alberi, noti uno per uno, stendessero i rami sulla sua testa per proteggerla, e i sassi della via le accarezzassero i piedi indolenziti.
Il domani, ch’era domenica, venne la