Vai al contenuto

Pagina:Verga - Una peccatrice.djvu/123

Da Wikisource.

— 125 —


— Non mi accompagnate sino alla mia carrozza? — disse senza scomporsi Narcisa, dandogli la busta dell’occhialetto da recarle, nel momento che suo marito rientrava nel palchetto.

Brusio era ritornato a sua casa agitatissimo, e passò la notte senza dormire.

Ella! Narcisa! avea assistito al suo trionfo, avea palpitato dei suoi sentimenti, gli avea gettato quel mazzetto che avea fatto appassire a furia di baci!... Ma ella non era sola!... quel giovane, quel soldato, sì giovane, sì bello, sì splendido! che le parlava sì da presso... che le sorrideva in quel modo!... Tutt’a un tratto i suoi diti incontrarono l’anello che era legato al mazzo; un dubbio atroce lo fece impallidire: quei fiori, che la donna adorata avea lasciato cadere su di lui, invece di essere l’espressione della simpatia, non dimostrava piuttosto uno di quei volgari applausi, uno di quegli splendidi regali con cui si paga l’abilità di un istrione?... Quest’idea lo martellò a lungo; e l’indomani, ancora sotto questa impressione, scrisse il seguente bi-