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94 | il maestro dei ragazzi. |
in quel romanzo clandestino. Allora correva a buttarsi ai piedi del confessore, nel nuovo fervore religioso in cui si era rifugiata quando aveva provato il più gran dolore della sua giovinezza, lo sconforto e l’abbandono d’ogni lusinga terrena, e domandava perdono per la dolce colpa che lei non aveva commesso, faceva la penitenza del peccato immaginario che era nella sua casa.
E calda ancora di quel fervore vi attingeva il coraggio per esortare il fratello a rientrare nel retto sentiero con delle allusioni velate, delle insinuazioni discrete, un’effusione di tenerezza timida e quasi materna.
— Peppino! — gli disse infine, — dovresti darmi una gran consolazione. Dovresti risolverti a prender moglie. —
Egli rizzò il capo, sorpreso prima, e poscia lusingato dalla proposta che gli toglieva vent’anni d’addosso, obbiettando col medesimo ingenuo entusiasmo della sua prima giovinezza che «il matrimonio è la tomba dell’amore» per farsi pregare ancora.