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96 | il maestro dei ragazzi. |
accarezzava, lo interrogava, gli faceva qualche regaluccio insignificante, attratta e ripugnante nello stesso tempo della sua grazia infantile. Un giorno il fanciulletto, tutto contento, le disse:
— Dopo le vacanze non vengo più a scuola. —
Ella gli chiese il perchè, balbettando.
— La mamma dice che ora son grande. Andrò in collegio. —
Così terminò anche quel romanzo. Ella ne sentì prima un gran sollievo; ma nello stesso tempo un dubbio, uno sconforto amaro, vedendo dileguarsi anche le ultime illusioni, che aveva collocate sul fratello.
Il male che la rodeva da anni e anni la inchiodò infine nel letto. Il povero maestro non ebbe più un’ora di pace: sempre in faccende anche nei brevi istanti che la scuola gli lasciava liberi, scopando, accendendo il fuoco, rifacendo i letti, correndo dal medico e dallo speziale,