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artisti da strapazzo. 159

delle sciocchezze; ma non sapeva da che parte incominciare. Egli sembrava sulle spine, ogni volta ch’erano insieme, guardava intorno, con aria inquieta; evitando d’incontrarla, nelle vie frequentate, scappando subito con un pretesto se c’era gente.

Uno dopo l’altro aveva prima impegnato i pochi oggetti che avessero qualche valore: gli orecchini, il braccialetto d’argento dorato, la poca roba d’estate, fino il baule dove la teneva. Tanto non poteva più andarsene. Poscia vendette le polizze dei pegni. Alla posta, l’ultima speranza degli sventurati in paese straniero, le rispondevano invariabilmente, due volte al giorno:

— Nulla! —


Una sera che ne usciva barcollante, incontrò il baritono, Arturo Gennaroni, sempre impellicciato, che le fece un gran saluto cerimonioso, levando in alto il cappello come se volesse